Unprogged scorge un roseo futuro per i Wood of Light ma di Materioteca 08 non convincono le linee vocali
Con colpevole ritardo recensiamo questo interessante lavoro dei Wood of Light, band progressive metal proveniente da Treviso. Dalla biografia della gruppo, attivo sin dal 2005, possiamo leggere che il primo contatto fra i membri del gruppo avvenne dopo un concerto dei Dream Theater. Ascoltando questo “Materioteca 08” non possiamo stupirci, visto che l’influenza della band di Long Island si fa più volte sentire. Questa però non deve essere vista come un’accusa perché i Wood Of Light mantengono comunque una propria identità. In “Materioteca 08” troviamo tre tracce di progressive metal abbastanza canonico, ma suonato molto bene. La perizia tecnica dei musicisti non passa inosservata ed è palpabile anche il loro affiatamento.
Detto questo però, devono essere evidenziate alcune pecche. Partiamo dalla voce, l’elemento che più di tutti fa scendere la qualità del disco. La prestazione di Paolo Guerra non è sufficiente con una voce anonima e che mai riesce a bucare lo stereo. Ancora una volta si cade nello stereotipo di “cantante progressive” = “registri più alti possibili”. La colpa però non è soltanto del frontman, ma va ricercata soprattutto a livello compositivo. Le linee vocali non sono né originali, né belle e dopo svariati ascolti non rimane in testa una sola strofa. Questa purtroppo è una pecca riscontrabile nel 90% dei gruppi progressive che si affacciano sul mercato.
La qualità della registrazione non è certo ottimale e la cosa influenza maggiormente la chitarra. La cosa appare piuttosto strana perchè di solito i budget ridotti colpiscono quasi sempre la batteria, che richiede molte più risorse. Peccato perché le parti di chitarra suonate da Mirco Brunello non sono per niente male, soprattutto quando virano sui riff più aggressivi. Nel mixing finale sparisce quasi del tutto il basso, di cui è quasi impossibile valutare la prestazione. Molto buone invece le parti di batteria e tastiere. L’impronta di Portnoy e Rudess si sente, ma tanti complimenti a Martino Vittori e Osvaldo Indriolo per una performance sopra le righe.
Poco prima della recensione abbiamo ricevuto la notizia dell’abbandono del cantante Paolo Guerra e del batterista Martino Vittori, sostituiti da Simone Colman e Davide Schimd. Speriamo che i due nuovi arrivati possano contribuire positivamente alla crescita del gruppo.
Per concludere si tratta di un lavoro che si lascia ascoltare, con alcuni buoni spunti e soprattutto ben suonato. Al gruppo manca personalità e una maggiore abilità nel songwriting, soprattutto nelle parti vocali. È vero che il progressive è un genere musicale che richiede predisposizione nell’ascoltatore, ma non ci si deve scordare che i gruppi che hanno fatto grande questo genere sono stati quelli che hanno saputo mettere davanti a tutto delle melodie riconoscibili e incisive. Quello che manca a “Materioteca 08” è proprio una melodia che colpisca. Si intravede però la passione per la musica che si suona e amore per i propri strumenti. Qualità che fanno sicuramente scorgere un roseo futuro.
Detto questo però, devono essere evidenziate alcune pecche. Partiamo dalla voce, l’elemento che più di tutti fa scendere la qualità del disco. La prestazione di Paolo Guerra non è sufficiente con una voce anonima e che mai riesce a bucare lo stereo. Ancora una volta si cade nello stereotipo di “cantante progressive” = “registri più alti possibili”. La colpa però non è soltanto del frontman, ma va ricercata soprattutto a livello compositivo. Le linee vocali non sono né originali, né belle e dopo svariati ascolti non rimane in testa una sola strofa. Questa purtroppo è una pecca riscontrabile nel 90% dei gruppi progressive che si affacciano sul mercato.
La qualità della registrazione non è certo ottimale e la cosa influenza maggiormente la chitarra. La cosa appare piuttosto strana perchè di solito i budget ridotti colpiscono quasi sempre la batteria, che richiede molte più risorse. Peccato perché le parti di chitarra suonate da Mirco Brunello non sono per niente male, soprattutto quando virano sui riff più aggressivi. Nel mixing finale sparisce quasi del tutto il basso, di cui è quasi impossibile valutare la prestazione. Molto buone invece le parti di batteria e tastiere. L’impronta di Portnoy e Rudess si sente, ma tanti complimenti a Martino Vittori e Osvaldo Indriolo per una performance sopra le righe.
Poco prima della recensione abbiamo ricevuto la notizia dell’abbandono del cantante Paolo Guerra e del batterista Martino Vittori, sostituiti da Simone Colman e Davide Schimd. Speriamo che i due nuovi arrivati possano contribuire positivamente alla crescita del gruppo.
Per concludere si tratta di un lavoro che si lascia ascoltare, con alcuni buoni spunti e soprattutto ben suonato. Al gruppo manca personalità e una maggiore abilità nel songwriting, soprattutto nelle parti vocali. È vero che il progressive è un genere musicale che richiede predisposizione nell’ascoltatore, ma non ci si deve scordare che i gruppi che hanno fatto grande questo genere sono stati quelli che hanno saputo mettere davanti a tutto delle melodie riconoscibili e incisive. Quello che manca a “Materioteca 08” è proprio una melodia che colpisca. Si intravede però la passione per la musica che si suona e amore per i propri strumenti. Qualità che fanno sicuramente scorgere un roseo futuro.
A cura di Marco Termine
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