Stereoinvaders intervista Osvaldo Indriolo e Mirco Brunello: “Il nostro prossimo LP sarà sicuramente un lavoro più maturo e più originale rispetto a “Materioteca 08″. Abbiamo cercato di far tesoro delle osservazioni che ci sono state fatte e credo che i risultati finora ottenuti siano molto buoni.”
Tanto tantissimo progressive dicevo in sede di recensione, e mi pare anche il miglior biglietto di presentazione per questa intervista con Mirco Brunello e Osvaldo Indriolo, rispettivamente chitarra e keyboards dei Wood of Light. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sulla band trevigiana e sul archivio tecnologico di diffusione di conoscenza e informazioni (Materioteca).
Ciao ragazzi, complimenti per il vostro secondo lavoro. Come avete già precisato, “Materioteca” è una raccolta di lavori accessibile telematicamente. A chi è venuta in mente l’idea di utilizzare questo termine?
Osvaldo: il termine è venuto in mente a me durante una lezione universitaria al corso di “Tecnologia dei Materiali”… si parlava della “materioteca” presente alla Triennale di Milano… In quel periodo, stavamo registrando il nostro primo EP e non riuscivamo a trovare un titolo che riuscisse a descriverlo: i brani erano molto eterogenei e composti senza alcun filo conduttore tra loro, anche se legati da un marginale stile comune. Il termine “Materioteca” calzò a pennello per riassumere tutto questo. Poi aggiungemmo la dicitura “07” in quanto avevamo già in mente di fare un secondo EP che seguisse la stessa filosofia. Ed ecco quindi che nasce “Materioteca 08”!
Abbiamo ravvisato una forte dose di tastiera nel vostro sound. Ravvisiamo però che a tratti quest’ultima va a soffocare il resto degli strumenti, andando a coprire alcune sfumature che solo qualche volta vengono percepite e valorizzate. Cosa ne pensate?
Osvaldo: Riconosco che le tastiere sono troppo invadenti in “Materioteca 08” ma non cambierei nulla se tornassi indietro: sono convinto che il problema non siano le tastiere in eccesso, ma piuttosto la chitarra che è molto in secondo piano.
Mirco: Registrare le tastiere è decisamente più semplice; le chitarre richiedono mezzi tecnici, esperienza e tutta una serie di accorgimenti che non potevamo permetterci di prendere con lo scarso budget a disposizione, e questo si ripercuote sicuramente sul sound finale. Quindi il problema delle tastiere nasce principalmente da questioni tecniche di produzione delle chitarre.
Come vi siete conosciuti e come è nato il progetto Wood Of Light?
Osvaldo: Io ho sempre voluto suonare in una band progressive, ma non riuscii a trovare nulla fino al 2004. A parte qualche prova a tempo perso con amici, non ho mai avuto nessun altro gruppo oltre ai Wood of Light e non riuscirei ad averne altri parallelamente in quanto dedico anima e corpo a questo progetto. Finalmente nel 2004 conobbi Martino Vittori, nostro batterista fino a giugno 2009: stavamo andando entrambi a Bergamo per un concerto e abbiamo fatto amicizia in viaggio, ma poi non lo vidi più. Dopo circa tre mesi, lo ritrovai alla stessa facoltà universitaria!
Da li nacque l’amicizia e iniziammo a pensare al progetto Wood of Light che si concretizzò nella primavera del 2005, anche se la line-up si concluse qualche anno dopo con l’arrivo di Mirco Brunello, Damiano De Marchi e dell’ex cantante Paolo Guerra!
Oggi Davide Schimd ha preso il posto di Martino e Simone Colman quello di Paolo; la cosa certa è che tutti i membri dei Wood Of Light, vecchi e nuovi, hanno come principio comune quello di dare un contributo alla musica cercando di ottenere qualcosa di nuovo. Questo non significa che ci riusciremo sicuramente, ma almeno ci sforziamo di dare un contributo allo sviluppo di qualcosa di innovativo. Praticamente tutte le recensioni uscite sino ad ora, ci accostano ai Dream Theater: questo da un punto di vista ci lusinga… sono una grandissima band ed è stata anche il nostro punto di riferimento per un certo periodo. Ma da un altro punto di vista ci dispiace perché vorremmo che uscisse fuori di più il nostro lato personale… Se così non è, significa che dovremo fare ancora molta strada e sacrifici! Dopotutto non si raggiunge la maturità artistica dopo 2 EP!
Come mai avete deciso di chiamarvi così? C’è qualche ragione particolare?
Osvaldo: C’è una spiegazione sui nostri siti ufficiali molto approfondita! L’unica cosa certa è che non volevamo assolutamente ricadere su quei nomi tipici dei gruppi metal… volevamo qualcosa che si discostasse decisamente. I nostri stessi testi non trattano quei temi tipici dei brani metal e siamo molto attenti anche nell’usare lessemi diversi per non ricadere in frasi di testo ricorrenti. Artisticamente ci sentiamo molto più vicini, per esempio, a Battiato o al più giovane Morgan piuttosto che alle icone del metal. Quest’ultimo è per noi solo un mezzo di espressione, non una filosofia.
Ci sono due nuovi membri nella line-up, presentateceli e come il loro inserimento ha giovato al sound della band?
Mirco: Da alcuni mesi sono entrati a far parte della band Simone Colman e Davide Schimd! Ne approfitto per ringraziare i loro predecessori che hanno dato un importante contributo alla composizione di “Materioteca 08”. Riguardo ai due nuovi acquisti, siamo molto soddisfatti sia dal punto di vista umano, che è per noi un aspetto di fondamentale rilevanza, sia da quello artistico. Stanno dando un importantissimo contributo alla composizione del nostro primo full-lenght.
Sappiamo che state preparando il nuovo full-lenght, ci sono novità a livello sonoro? Dateci qualche anticipazione se possibile, ne saremmo felici, anche riguardo alla futura label che vi appoggerà.
Mirco: È sicuramente un lavoro più maturo e, a mio parere, più originale rispetto a “Materioteca 08”. Abbiamo cercato di far tesoro delle osservazioni che ci sono state fatte e credo che i risultati finora ottenuti siano molto buoni. Abbiamo da poco firmato con la Alkemist Fanatix Europe e sono sicuro che si tratti della prima vera grande occasione per poter diffondere la nostra musica. Spero che da questa collaborazione si possano ottenere interessanti risultati, sia per noi che per la Alkemist Fanatix Europe stessa alla quale rivolgiamo nuovamente i nostri più sentiti ringraziamenti per la fiducia che ci stanno dando.
Qual è il messaggio e il contenuto della vostra musica? C’è qualcosa a cui vi ispirate, in particolare, per la creazioni dei brani?
Mirco: Anche da questo punto di vista siamo molto attenti a non ricadere nei clichè tipici del genere musicale che trattiamo. Per fare un esempio il prossimo full-lenght tratterà il tema dell’evasione, sotto diversi punti di vista: spirituale, razionale e materiale. Non si tratta di “evasione” col significato di trasgressione o prettamente di denuncia, ma di varie tematiche per noi importanti che andrebbero rivalutate… Si tratta quindi di una sorta di concept album dove il termine concept non sta ad indicare tanto la presenza di una trama di fondo quanto il fatto che ci sono dei brani articolati e composti seguendo una tematica comune.
Osvaldo: Inoltre non cerchiamo quasi mai di esprimere pensieri in senso assoluto, ma piuttosto diamo degli spunti di riflessione sulle tematiche trattate… il nostro metodo compositivo che ci accomuna non è un “Live And Let Die”, ma piuttosto un “Live And Let…”!
Vi esibirete a breve in sede live? Se sì dove e quando?
Osvaldo: Si, ci saranno alcune date in primavera. A breve tutte le date saranno pubblicate nel nostro sito www.woodoflight.com .
Mirco: Si tratta di concerti in locali medio piccoli; dobbiamo rodare i nuovi componenti e i nuovi brani, oltre a mantenere attiva la percezione nei nostri confronti. Poi entreremo in studio per registrare il disco e quindi staremo lontani dalla scena live per un po’; vi saranno poi delle date di promozione ma per adesso non c‘è nulla di programmato… ora stiamo pensando esclusivamente alla composizione del disco!
Vi ringraziamo per la disponibilità e gentilezza, speriamo di incrociarvi presto e potervi riascoltare di nuovo. Un saluto da Stereo Invaders
Mirco: Grazie a voi!!
Osvaldo: Grazie e arrivederci!
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