Unprogged about Feelikescaping: “… the instrumental section is solid, made up of good riffs and melodic good solutions; It is very pleasant and above all interpreted with good technique.”
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A detta degli stessi Wood of Light questo disco d’esordio nasce “con l’ambizione di trasmettere all’ascoltatore “un’esperienza” e non proporre musica finalizzata semplicemente all’ascolto”.
Hanno infatti dedicato molto scrupolo alla stesura dei testi che non descrivono un vero e proprio concept narrativo ma “un concept tematico basato sulla voglia di evasione; un sentimento che non deve essere interpretato in senso anarchico” ma in senso criticamente costruttivo. I punti salienti di queste argomentazioni riguardano l’arrugginimento politico e sociale, l’inquinamento ambientale e i difficili rapporti tra i musicisti che amano la musica e la visione puramente materialistica dei produttori e di molti mass-media; la morale conclusiva è che davanti a questi problemi verrebbe la voglia di fuggire (ecco spiegato il titolo dell’album) ma che occorre invece smettere di denigrare infruttuosamente la nostra società e cominciare ad analizzarne i difetti per provare a migliorarla.Per quanto riguarda le tematiche politico/sociali Free Body of a Lifer’s Soul parla di un uomo buono ed onesto che per correggere i propri errori ne compie di maggiori cominciando a vendere droga (“I sell myself, to sell illusion”) arrivando a perdere la figlia.Per quanto riguarda l’inquinamento ambientale Mr. Lone star parla del disastro ecologico causato da una petroliera della BP che recentemente ha riversato il suo carico velenoso nelle acque del Golfo del Messico, mettendo a repentaglio la sopravvivenza della fauna locale e soprattutto il clima dell’intero pianeta; la domanda posta dalla canzone è la seguente: tutti ormai conosciamo le conseguenze del nostro stile di vita sul clima e sull’ambiente ma chi di noi sarebbe disposto a rinunciare ai propri agi per salvarli? Come dice il testo “Now I’m made of the same matter, as money… are” (siamo fatti della stessa materia dei soldi, parafrasando la famosa frase di Shakespeare che ci apparentava ai sogni).L’ultimo riferimento riguarda The Rot-ten Apples, bel gioco di parole che significa “le 10 mele marce”: rappresentano gli ostacoli triviali e materialistici che ogni musicista deve affrontare per proporre la propria musica; questi ostacoli sono la prepotenza e l’arroganza di chi limita la libertà di espressione, i produttori che valutano solamente il lato commerciale della musica e i mass-media che spesso criticano senza sforzarsi di capire a fondo l’argomento di cui parlano pretendendo di professare l’unica e sola verità.Per quanto concerne il genere, Feelikescaping propone un prog metal abbastanza classico con chiari riferimenti ai rinomati Dream Theater e Pain of Salvation. Il disco però mi convince a metà: la parte strumentale è solida, composta da buoni riff e da buone soluzioni melodiche; risulta molto gradevole e soprattutto interpretata con ottima tecnica; voglio soprattutto sottolineare l’amalgama e la sintonia che si percepiscono tra gli strumentisti. La parte cantata invece mi lascia perplesso, non tanto per la bella voce di Simone Colman che a tratti ricorda l’amato Bruce Dickinson ma perché presenta delle melodie “carine” ma che non aggiungono nulla di nuovo e suonano lievemente “vecchiotte”; so che queste parole potrebbero attirarmi strali e maledizioni ma questo è il mio modestissimo parere.Apprezzo molto l’impegno profuso per la scelta dell’artwork; la bellissima copertina raffigura il quadro dell’artista Saturno Buttò, un olio su legno intitolato “Figura di spalle con rasoio” attualmente esposta alla Mishin Gallery di San Francisco. La donna ritratta con un coltello in mano pone un interessante interrogativo: cosa intende fare? “Uccidersi o uccidere qualcuno? Proteggersi da un pericolo? O forse vuole solamente “tagliare” qualcosa in segno di cambiamento?”. Un tocco di stile che unisce arte e filosofia strizzando l’occhio alla miglior cultura: bravi ragazzi, vi voglio così.Riassumendo la recensione con un breve commento direi che Feelikescaping mi convince solo a metà ma essendo l’esordio per questo giovane gruppo italiano mi sento comunque di promuoverlo rimanendo in attesa della seconda prova.
Hanno infatti dedicato molto scrupolo alla stesura dei testi che non descrivono un vero e proprio concept narrativo ma “un concept tematico basato sulla voglia di evasione; un sentimento che non deve essere interpretato in senso anarchico” ma in senso criticamente costruttivo. I punti salienti di queste argomentazioni riguardano l’arrugginimento politico e sociale, l’inquinamento ambientale e i difficili rapporti tra i musicisti che amano la musica e la visione puramente materialistica dei produttori e di molti mass-media; la morale conclusiva è che davanti a questi problemi verrebbe la voglia di fuggire (ecco spiegato il titolo dell’album) ma che occorre invece smettere di denigrare infruttuosamente la nostra società e cominciare ad analizzarne i difetti per provare a migliorarla.Per quanto riguarda le tematiche politico/sociali Free Body of a Lifer’s Soul parla di un uomo buono ed onesto che per correggere i propri errori ne compie di maggiori cominciando a vendere droga (“I sell myself, to sell illusion”) arrivando a perdere la figlia.Per quanto riguarda l’inquinamento ambientale Mr. Lone star parla del disastro ecologico causato da una petroliera della BP che recentemente ha riversato il suo carico velenoso nelle acque del Golfo del Messico, mettendo a repentaglio la sopravvivenza della fauna locale e soprattutto il clima dell’intero pianeta; la domanda posta dalla canzone è la seguente: tutti ormai conosciamo le conseguenze del nostro stile di vita sul clima e sull’ambiente ma chi di noi sarebbe disposto a rinunciare ai propri agi per salvarli? Come dice il testo “Now I’m made of the same matter, as money… are” (siamo fatti della stessa materia dei soldi, parafrasando la famosa frase di Shakespeare che ci apparentava ai sogni).L’ultimo riferimento riguarda The Rot-ten Apples, bel gioco di parole che significa “le 10 mele marce”: rappresentano gli ostacoli triviali e materialistici che ogni musicista deve affrontare per proporre la propria musica; questi ostacoli sono la prepotenza e l’arroganza di chi limita la libertà di espressione, i produttori che valutano solamente il lato commerciale della musica e i mass-media che spesso criticano senza sforzarsi di capire a fondo l’argomento di cui parlano pretendendo di professare l’unica e sola verità.Per quanto concerne il genere, Feelikescaping propone un prog metal abbastanza classico con chiari riferimenti ai rinomati Dream Theater e Pain of Salvation. Il disco però mi convince a metà: la parte strumentale è solida, composta da buoni riff e da buone soluzioni melodiche; risulta molto gradevole e soprattutto interpretata con ottima tecnica; voglio soprattutto sottolineare l’amalgama e la sintonia che si percepiscono tra gli strumentisti. La parte cantata invece mi lascia perplesso, non tanto per la bella voce di Simone Colman che a tratti ricorda l’amato Bruce Dickinson ma perché presenta delle melodie “carine” ma che non aggiungono nulla di nuovo e suonano lievemente “vecchiotte”; so che queste parole potrebbero attirarmi strali e maledizioni ma questo è il mio modestissimo parere.Apprezzo molto l’impegno profuso per la scelta dell’artwork; la bellissima copertina raffigura il quadro dell’artista Saturno Buttò, un olio su legno intitolato “Figura di spalle con rasoio” attualmente esposta alla Mishin Gallery di San Francisco. La donna ritratta con un coltello in mano pone un interessante interrogativo: cosa intende fare? “Uccidersi o uccidere qualcuno? Proteggersi da un pericolo? O forse vuole solamente “tagliare” qualcosa in segno di cambiamento?”. Un tocco di stile che unisce arte e filosofia strizzando l’occhio alla miglior cultura: bravi ragazzi, vi voglio così.Riassumendo la recensione con un breve commento direi che Feelikescaping mi convince solo a metà ma essendo l’esordio per questo giovane gruppo italiano mi sento comunque di promuoverlo rimanendo in attesa della seconda prova.
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