StereoInvaders interview Osvaldo Indriolo and David Schimd: “… we have reached a very interesting compromise between progressive, metal and pop sounds, with thoughtful songs but accessible at the same time and very catchy melodies.”
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Intervista esclusiva (ed in anteprima) a Osvaldo Indriolo e Davide Schimd dei Wood Of Light. Il nuovo album è in arrivo …. l’intervista invece è già qui. Prog on!
Ciao, per prima cosa grazie per questa esclusiva!
Davide: grazie a te per lo spazio che ci concedi!
Sappiamo che bolle qualcosa di nuovo in pentola… parlateci allora del nuovo lavoro, cosa c’è di diverso, a livello di suoni e proposta?
Osvaldo: Ciao Stefano! Finalmente tra non molto pubblicheremo il nostro terzo lavoro in studio, nonché il primo LP! Ci stiamo lavorando ormai dall’estate del 2009 e credo che questi due anni siano stati molto importanti per noi per ricercare un sound nuovo, non solo in ambito “Wood of Light” ma, lo dico con molta cautela e modestia, in ambito prog-metal!
Davide: Si, sono stati due anni di lavoro esasperanti! Abbiamo buttato via un sacco di ritmiche, di riff e addirittura brani interi che, non appena sembravano vagliati, dopo qualche settimana ci suonavano vecchi e non ci convincevano più come nelle prove precedenti… penso che siamo arrivati ad un compromesso molto interessante tra progressive, metal e sonorità più vicine al pop, con brani ragionati ma allo stesso tempo fruibili e con melodie molto accattivanti grazie al lavoro di Simone (voce).
Osvaldo: Simone ha fatto un ottimo lavoro, soprattutto considerando che i testi sono stati scritti da me e da Mirco (ndr, chitarrista), e non è facile trovare qualcuno che riesca a concepire delle linee vocali su dei testi già scritti e, molto spesso, vincolanti dato che abbiamo dato molta importanza alle tematiche affrontate in questo disco… quindi ci tenevo molto che certe frasi non venissero cambiate.
Davide: Anche a livello ritmico penso che abbiamo fatto un lavoro importante… ho cercato di suonare sempre al servizio del brano, niente “batteria solista”… di grande aiuto è stato anche Mirco che le ha arricchite con arrangiamenti di chitarra mai scontati ma allo stesso tempo funzionali ai brani senza mai appesantirli…
Osvaldo: Si… Mirco è stato molto audace nel trovare alcune soluzioni chitarristiche sperimentali, senza mai abusarne… cosa che avrebbe solamente appesantito i brani… abbiamo ottenuto un compromesso ideale tra fruibilità, scorrevolezza e sperimentazione!
Quali argomenti tratterete e cosa è stato fonte di ispirazione per i testi del futuro lavoro?
Osvaldo: Come ho detto, i testi sono nati tutti da un mio concept di base e, in alcuni casi, ultimati con Mirco. E’ stato bello scriverli sia da solo che a quattro mani… potrai riconoscere subito quelli scritti solamente da me, più ermeneutici, che vogliono dare un’interpretazione ai vari temi trattati, e quelli scritti assieme a Mirco, più diretti ed essenziali. In poche parole, posso dirti che la fonte d’ispirazione sono state molte cose che sono accadute in questi ultimi anni… dal referendum svizzero riguardo ai Minareti, al disastro ecologico nel Golfo del Messico, all’eruzione del vulcano Eyjafjallajokull, ma anche avvenimenti più personali, come il cambio di line-up che abbiamo affrontato, il suicidio di un amico indirettamente causato dalla crisi economica, fino a piccoli avvenimenti che, sommati, mi hanno ispirato nello scrivere un testo contro tutti coloro che cercano di metterci i bastoni tra le ruote… come band e come singoli musicisti…
Quale sarà il titolo del nuovo album, e sarà in qualche modo collegato alle vostre precedenti uscite?
Osvaldo: Il titolo dell’album ti farà capire il filo conduttore che lega i brani, sia a livello tematico che strumentale… ma ora non possiamo rivelarlo e spero possa essere fatto quanto prima. Comunque non sarà collegato alle precedenti uscite… quindi stai certo che non sarà sicuramente un “Materioteca 09,” 10 o 11!
Davide: Anche perché ne io ne Simone eravamo ancora all’interno dei Wood Of Light… non avrebbe avuto senso continuare un percorso passato, è cambiato davvero molto! Devo ammettere che già in quei lavori esisteva un certo “sound” Wood Of Light, anche se, a mio parere, un po’ acerbo! Ora abbiamo un’identità molto più definita, un marchio di fabbrica, che piaccia o no lo si vedrà. Ma di sicuro siamo qualcuno.
Quali sentimenti vi appartengono, ora che state per dare alla luce la vostra nuova uscita?
Osvaldo: Ancora non ho avuto il tempo di rendermene conto… oltre a tutto il lavoro strettamente legato alla musica, abbiamo avuto e continuiamo ad avere un sacco di impegni… c’è molta burocrazia dietro ad un disco… le riunioni col Managment, la Alkemist Fanatix Europe, il deposito dei brani alla SIAE con relativa stesura degli spartiti, i contratti di vario genere… di produzione, di editoria, delibere varie… oltre che a tutti gli altri impegni come le revisioni delle traduzioni, l’artwork, le photosession, il nuovo sito che sarà tra poco pubblicato… poi Davide non mi da per niente una mano in tutto ciò!
Davide: Mi fido di quello che fai! (ride)
Osvaldo: Anche io mi fiderei di te se facessi qualcosa! Quindi ancora non ho e non abbiamo avuto il tempo di gustarci questo imminente parto… ma penso che avremo tutto il tempo per rendercene conto tra pochi mesi!
A livello live, avete già proposto qualche nuova traccia? Chi ha avuto la fortuna di ascoltare in anteprima le vostre tracce, che impressioni vi ha dato?
Davide: Da quando abbiamo iniziato a lavorare a questo disco, abbiamo fatto pochissimi live proprio perché siamo rimasti molto concentrati sulla composizione… abbiamo proposto qualche brano, ma ancora in fase “embrionale” e non del tutto definiti.
Osvaldo: Abbiamo fatto queste date di proposito per testare questi nuovi brani e sembrano essere piaciuti, anche se, sia per il genere che per il tipo di proposta, penso siano prima da ascoltare e farli propri in versione disco… apprezzarli al primo colpo in live è difficile. Vorrei che sia in versione studio che in live, il nostro pubblico fosse coinvolto da un punto di vista emozionale… e questo dovrebbe essere un approccio comune a tutti. Spesso, soprattutto le recensioni, danno troppa importanza ai suoni, alla qualità di registrazione, ad eventuali sbavature… queste sono cose importantissime che fanno di un disco la qualità tecnica, ma soffermarsi a questo è qualcosa di superficiale e sterile… la cosa che vorrei dare a chi ci ascolta è la stessa cosa che ricerco io nei brani che ascolto, ossia un trasporto artistico… poi la qualità di registrazione, il suono di uno o l’altro strumento è qualcosa di secondario… importante ma secondario.
Ci auguriamo di ascoltare prestissimo allora il vostro full-lenght, ringraziandovi per questa opportunità.
Osvaldo: Grazie a te per la tua gentilezza nel darci questa importante vetrina!
Davide: Grazie e a presto!
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