Metal Empire interview Osvaldo Indriolo and Mirco Brunello

Metal Empire interview Osvaldo Indriolo and Mirco Brunello says: “I’ve read an interview with Steve Hackett and him talks about the research of the originality as an obsession, and I must say that I feel very close to this way of understanding this important aspect of composition”.

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Salve e grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande!
 
Iniziamo con una veloce biografia della band.

Osvaldo: I Wood of Light nascono nel 2005 da un’idea mia e del nostro ex batterista Martino Vittori. L’intenzione è stata subito quella di creare musica propria caratterizzata da un sound progressive e che fosse il più originale possibile. Dopo aver completato la line-up abbiamo prodotto il nostro primo EP “Materioteca 07“, le cui tracce sono presenti anche in due compilation underground e, l’anno successivo, “Materioteca 08“.
Oggi, dopo alcuni ulteriori cambi di line-up, stiamo componendo il nostro primo full-lenght.

Quali sono le bands che maggiormente hanno influenzato il vostro sound?

Mirco: Citare tutte le band che ci hanno influenzato e da cui tuttora traiamo ispirazione sarebbe impossibile dal momento che i percorsi musicali che ciascun membro della band ha intrapreso nel corso della propria formazione artistica sono differenti; per quanto mi riguarda posso dire che gli artisti che ritengo mi abbiano influenzato maggiormente siano Franco Battiato, i Bluvertigo, la PFM, i Porcupine Tree e i Queen solo per citarne alcuni.

Osvaldo: Da una band progressive con sonorità prettamente metal, molti si aspetterebbero che citassimo i Dream Theater…. sono stati certamente un’importantissima fonte di ispirazione, ma ultimamente mi sento molto più influenzato da altre band ed artisti… sicuramente quelle citate da Mirco, ma potrei elencarne all’infinito… sinceramente allo stato attuale ascolto di tutto… e nelle mie ultime composizioni sento che molte ispirazioni sono apparentemente degli assurdi mix di ogni cosa… ma poi si rivelano molto interessanti!

Volete parlarci della vostra ultima fatica? Come sono stati i riscontri sinora?

Mirco: “Materioteca 08” è stato prodotto con lo scopo di diffondere il più possibile la nostra musica e cercare di far emergere quelle che sono le nostre attuali potenzialità compositive e capire quali siano i margini di miglioramento, servendoci in questo senso anche dell’importante strumento che riteniamo essere le recensioni delle testate di settore. I riscontri sono stati più che positivi, le recensioni sono state più che soddisfacenti e, per quanto mi riguarda, largamente al di sopra delle aspettative. “Materioteca 08” ci ha permesso inoltre di firmare un contratto con Alkemist Fanatix Europe in seguito al quale abbiamo cominciato a lavorare al nostro primo full-lenght. Colgo l’occasione per ringraziare a nome di tutta la band lo staff di Alkemist Fanatix Europe che ha dimostrato di credere nel nostro progetto; mi auguro che assieme riusciremo a raggiungere importanti obiettivi.

Come nasce un vostro pezzo?

Mirco: Generalmente partiamo da un’idea di base, che può essere un riff o una particolare cadenza armonica o anche solo l’atmosfera creata da un particolare effetto, e cerchiamo di svilupparla seguendo un preciso criterio, in termini sia melodici che armonici, generalmente dato dal particolare argomento di cui la canzone parlerà che deve essere coerente con l’atmosfera creata dal brano. Un punto fondamentale di cui teniamo conto in fase di composizione è la ricerca dell’originalità; spesso abbiamo scartato delle idee, sebbene fossero valide, perché secondo la nostra opinione ricalcavano troppo schemi già esistenti e già ampiamente utilizzati da altre band. Ho letto di recente un’intervista a Steve Hackett che parla della ricerca dell’originalità come di una vera e propria ossessione, e devo dire che mi sento molto vicino a tale modo di intendere questo importante aspetto della composizione musicale.

Di cosa trattano i vostri testi? Sono in qualche modo collegati fra loro?

Osvaldo: Nei capitoli “Materioteca 07” e “Materioteca 08”, i testi sono stati scritti quasi tutti dal nostro ex frontman Paolo Guerra. Non avevano tematiche legate tra loro, proprio perché questi due lavori avevano lo scopo di “raccogliere” il nostro materiale più significativo.
La cosa che ci tengo a precisare è che tutti i nostri testi sono abbastanza introspettivi… sia i vecchi lavori che i nuovi cercano di dare uno spunto di riflessione all’ascoltatore…
Spero che ognuno, secondo la sua ottica e secondo le sensazioni che riceve ascoltando la nostra musica, possa fare tesoro di certe parole.

Quanto conta per voi il fronte “Live”? Qual è il vostro approccio allo stage?

Osvaldo: Suonare live è un aspetto di fondamentale importanza. Cerchiamo di essere sempre preparatissimi per gli spettacoli e questo è anche uno dei motivi per il quale il nostro primo spettacolo risale al 2008, ossia tre anni dopo dalla fondazione della band.
Oggi ci sono band che dopo un paio di prove vanno subito a suonare live… e questo si sente nell’immaturità compositiva, nelle esecuzioni approssimative, etc.
I Wood of Light, dopo questi primi cinque anni di attività, non possono dire di aver fatto un numero enorme di live, però, eccetto qualche rara occasione, sono rimasti pienamente soddisfatti. E questo è importante.
Ora stiamo valutando alcune collaborazioni con agenzie per iniziare a suonare in palchi più importanti e soprattutto oltre i confini regionali.

Diteci la vostra opinione riguardo internet come mezzo di diffusione di cultura e conoscenza, e soprattutto di musica, visto il nostro contesto. Cosa ne pensate dell’informazione indipendente come le riviste autoprodotte o le webzine come Metal-Empire?

Osvaldo: Come in ogni settore, le organizzazioni indipendenti sono fondamentali!
Probabilmente le riviste indipendenti non avranno i mezzi, le distribuzioni e tutta la sezione commerciale necessarie. Ma il fatto che tutto il lavoro provenga principalmente da una passione, con guadagni minimi o nulli, fa capire quanta sia la dedizione e l’impegno che la gente mette in questi progetti.
Per quanto riguarda internet, il mondo della discografia è stato certamente stravolto negli ultimi dieci anni. Proprio in questi giorni mi è arrivato l’ultimo numero di “Viva Verdi”, una rivista che la SIAE manda periodicamente agli iscritti, dove si parla appunto del ri-adeguamento delle royalty in funzione dei nuovi canali multimediali. Internet ha dato un grandissimo aiuto ai musicisti emergenti perché ti permette di avere visibilità mondiale con un semplice account su MySpace, o altri canali, ma allo stesso tempo ha tagliato le gambe a tutti quegli artisti che fino a qualche anno fa, riuscivano a mettere da parte qualcosa con i diritti d’autore e vedevano ricompensata la loro dignità artistica. Riassumendo potrei dirti che internet sta dalla parte dei neo-Artisti, di tutti coloro che stanno per emergere e che ancora vedono la musica esclusivamente come una passione e allo stesso tempo sta dalla parte dei grandissimi Artisti che, comunque, riescono a sfruttare internet come canale commerciale e di comunicazione. Tra i neo-Artisti e grandi Artisti c’è però un mare immenso… un mare di musicisti professionisti che non riescono a sfruttare internet come “canale aggiuntivo” e sono le maggiori vittime della pirateria… rimane comunque uno straordinario mezzo di diffusione e comunicazione.

Ultima domanda fuori argomento: un’opinione generale sull’underground italiano…

Mirco: Ci sono molti progetti interessanti che non vengono presi sufficientemente in considerazione dal mercato discografico, con il risultato di appiattire la proposta musicale su degli standard di dubbia qualità. Ho l’impressione che ci sia una certa diffidenza nei confronti di chi propone qualcosa di diverso, di chi fa un tentativo di stravolgere degli schemi esistenti; ci sono tantissimi progetti interessanti ed originali che sarebbero meritevoli di un maggior spazio ed una maggiore considerazione, ma che non riescono ad emergere come dovrebbero.

Tornando alla band, illustrateci i vostri progetti futuri, a breve e lungo termine.

Mirco: Ora siamo in fase di composizione del nostro primo full-lenght. Si tratta di un concept album, in cui però non viene narrata una storia ma vi è una sorta di collegamento tematico tra i testi delle canzoni; viene trattato il tema dell’evasione sotto 3 diversi punti di vista: materiale, spirituale e razionale. Siamo all’incirca a metà dell’opera e pensiamo di proporre alcuni dei nuovi brani nei prossimi concerti, che terremo tra la Provincia di Venezia e la Provincia di Treviso. Siamo molto fiduciosi e crediamo molto in questo nostro primo album, e il fatto di sentire la fiducia e l’appoggio di Alkemist Fanatix Europe ci spinge ulteriormente a dare il meglio di noi stessi.

Vi ringrazio per la disponibilità e in bocca al lupo per il futuro.

Mirco: Crepi il lupo e grazie a voi per averci concesso questo spazio!
Osvaldo: Grazie a voi! A presto!